TERAMO – Tagliare drasticamente i servizi o pensare a malincuore di aumentare l’aliquota dell’Imu? E’ l’indiscrezione che ribalza in questi giorni dal Comune dove serpeggia proccupazione per i conti e per l’impossibilità di riuscire a chiudere il bilancio. Dai calcoli effettuati sembrebbe infatti che a fronte di 9,7 milioni di euro che l’ente deve introitare dall’Imu, figurano 11 milioni di euro in meno di trasferimenti (calcolati tra compartecipazione dell’Iva, addizionali sull’energia elettrica e fondo sperimentale di riequilibrio). Difficile ipotizzare quale strada intende percorre in Comune per uscire dall’empasse e lo stesso Alfonso Di Sabatino, asssessore comunale al Bilancio, si dichiara preoccupato per la situazione anche se non conferma nulla sulla possibilità di applicare aumenti sulle aiquote base dell’Imu (0,4% per le abitazioni principali, 0,76% per le abitazioni secondarie e 0,2% per i fabbricati rurali). In un primo momento si era infatti dichiarato che Teramo sarebbe stato un tra i pochi Comuni italiani a lasciare invariate le aliquote, adesso invece, conti alla mano, non si riesce a chiudere il bilancio per via della forte sperequazione tra le entrate previste per l’Imu e le somme venute a mancare dai trasferimenti statali. Duole adesso prendere una posizione in tal senso, ma non prevedere aumenti significherebbe tuttavia una drastica riduzione dei servizi finora erogati dal Comune, gran parte per il sociale, fiore all’occhiello dell’attuale amministrazione. In ogni caso l’ente è chiamato a un sacrificio, sapremo entro il 30 giugno (termine ultimo per approvare il bilancio) quale soluzione verrà individuata per tamponare l’emorragia di fondi dalle casse comunali.
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